CINA 2008  -  Yùnnàn e Yàngshuò     

 

 

 

 

YUNNAN


Lo Yùnnàn (= a Sud delle Nuvole) situato nella parte meridionale della Cina, ai confine con Birmania, Laos e Vietnam, gode di un clima relativamente mite su tutto l’arco dell’anno.

Le temperature variano comunque molto al suo interno  passando dalla zona meridionale di Jinghong, con clima tropicale caldo e umido, alla zona montagnosa a ridosso del Tibet, con la città di Zhongdiàn che si trova a 3.200 metri, e con montagne che superano tranquillamente i 5.000 metri per arrivare alle soglie dei 7.000.

Dal punto di vista politico questa regione, con i suoi numerosi gruppi etnici indipendenti, ha sempre creato grattacapi
al Potere Centrale, ed é riuscita a mantenere l’autonomia fino al tredicesimo secolo.
Anche all’inizio del 1900 quando Yuan Shikai, dopo aver liquidato l’ultimo imperatore Qing e dopo una breve parentesi repubblicana, cercò di farsi nominare novello imperatore, la reazione dello Yùnnàn fu determinante per il fallimento del suo tentativo.

Per la sua posizione defilata rispetto alla Capitale é sempre stato anche luogo di esilio per le persone non gradite.

Da notare una cospicua presenza di musulmani, arrivati con le truppe di Kublai Khan nel tredicesimo secolo, e soggetti poi, nei secoli successivi ad una lunga storia di persecuzioni
.

Attualmente i numerosi turisti cinesi che visitano la regione sono attirati soprattutto dalle bellezze naturali e dalla possibilità di osservare le cosiddette “minoranze” nel loro habitat naturale.
Inutile dire che in più di una occasione si ha la sensazione di essere finiti allo zoo, dove gli animali ammaestrati inscenano lo spettacolino per i turisti allo scopo di ricevere qualche nocciolina in regalo.



KUNMING

Nel periodo Ming era una città circondata da mura, e fu una delle ultime roccaforti di resistenza (a metà del 1600) contro l’avanzata della nuova dinastia Qing, originaria della Manciuria.

All’inizio del 1900 la città fu aperta al commercio straniero e, su iniziativa dei francesi che volevano sfruttare il legname e le materie prime della regione, venne costruita una linea ferroviaria che la collegava con Hanoi.

La famosa “Burma Road”, che univa Kunming con Lashio, in Birmania, è stata invece costruita attorno al 1937, durante l’invasione dei Giapponesi in Cina, per permettere agli anglo-americani di inviare rifornimenti all’esercito nazionalista di Chang
Kai Shek, che si era asseragliato in queste zone.


Adesso Kunming appare come una delle solite città cinesi moderne : in centro palazzi nuovissimi e negozi di grande lusso (Hermés, Vuitton,  ecc., per adesso quasi sempre deserti), in periferia squallidi casermoni tristi e sporchi, un po’ ovunque gente che fruga nella spazzatura.


Bello il tempio di
Yuantong, il cui impianto originario ha più di mille anni, anche se é stato restaurato più volte.


Poi la Pagoda Occidentale di epoca Tang (618-907 d.c.), e il
Tempio d’Oro, taoista, costruito a metá del 1600, con un piccolo museo dove sono conservati bellissimi bronzi.


Fuori cittá, a Shilin, la
Foresta di Pietra, un grande insieme di pilastri e lastre di pietra calcarea  erose da pioggia e vento, frequentatissimo dai turisti cinesi,  che hanno la possibilitá di farsi fotografare in questo paesaggio singolare indossando i vestiti tipici dell’etnia locale, i Sani.
Gli appartenenti a questo gruppo etnico improvvisano piccole danze all’arrivo delle comitive turistiche, fanno da guida nel labirinto della foresta e, forse, vivono in maniera meno faticosa dei loro parenti che lavorano ancora nei campi.
Ma certo che ci sarebbe molto da discutere sul concetto di “dignitá umana”.


Accanto alla cittá, sul lago Dian Chi, si erge una collina
con il Tempio Huating, abbastanza interessante, costruito inizialmente nell’undicesimo secolo e rimaneggiato più volte.
Proseguendo la salita, attraversando stretti passaggi a strapiombo, si arriva alla
Porta del Drago, un gruppo di sculture e grotte scavate all’inizio del 1800 da un monaco dotato da un grande senso dell’equilibrio ma da scarsissime doti artistiche.


Il
Tempio di Bambù, sempre nei dintorni di Kunming, é famoso per le sue fantasiose statue iperrealiste di saggi erette alla fine del 1800, poco apprezzate all’epoca, adesso riscuotono un certo successo.




DALI

Attorno all’ottavo secolo l’etnia locale dei Bai riuscì a sconfiggere le truppe dell’imperatore Tang ottenendo l’indipendenza e costituendo il regno di Nanzhao, sostituito poi nel decimo secolo dal regno di Dàli (sempre Bai) che riuscì a sopravvivere fino al tredicesimo secolo, quando venne assorbito dall’impero allora in mano ai mongoli Yuan di Kublai Khan (quello di Marco Polo).

Da Kunming, con cinque ore di bus, si arriva a Dali.

Attenzione: i bus in partenza da Kunming recano tutti l’indicazione per Dali, sia che vadano effettivamente a Dali, sia che vadano nella vicina e orripilante Xiaguan.
Salendo sul bus ho
specificato per bene che volevo andare a Dali Gûchéng (= città vecchia) e sono stato ampiamente rassicurato in proposito.
Ovviamente il bus ci ha scaricati a Xiaguan.
Poco male, da lì non é difficile raggiungere Dali con un taxi.


La
città vecchia, contornata da mura, é ancora suggestiva, pur essendo stata in buona parte ricostruita.

A differenza di altre cittá museo tipo Pingyao, a Dali non vi sono palazzi, templi o attrative particolari, ma l’insieme é piacevole e rilassante.

Frotte di turisti cinesi affollano le sue strade invase da negozietti, e accanto alla città vecchia, che si prevede non riuscirà ad assorbire il flusso turistico dei prossimi anni, se ne sta costruendo un’altra nuova tutta intera ......


Dali si trova vicino alle sponde del lago
Erhai Hu, e attorno al lago ci sono diversi punti di interesse.

Le tre pagode di epoca Tang, molto vicine a lla cittá;  Xizhou, che conserva diverse case Bai, bianche grigie, e ospita un bel mercato; Zhouchen con un tempio budddista e uno taoista; l’isoletta di
Putuo, con il suo scenografico tempio; il bel mercato di Wasé (attenzione che i mercati sono itineranti e cambiano sede di giorno in giorno, il più famoso é quello di Shaping, che si tiene il Lunedì); il Padiglione di Guanyin, dea della misericordia.

Non siamo andati sull’isola “In Stile Nanzhao”, con un enorme albergo e che, da quello che abbiamo capito, presenta ricostruzioni e spettacoli per turisti in puro stile Nanzhao. É bastato vedere i cartelloni con la pubblicitá dell’isola per scoraggiarci.


Per chi volesse seguire i suggerimenti della Lonely Planet e fare il giro del lago in bicicletta,
sappia che sul lato Ovest la strada passa lontano dalla riva e non si vede nulla, mentre sul lato Est passa sulla costa, si vedono dei bei panorami, ma, attualmente, alcuni tratti sono sterrati a causa di lavori in corso.
É possibile caricare la bici su un traghetto e passare da una sponda all’altra.


Ottima cucina cinese allo Yùnnàn Cafè.




LIJIANG

Da Dali, in tre ore di bus, si arriva a Lijiang, attraversando una bella campagna costellata da bei paesi piccolini e da cittadine più grandi estremamente squallide.


La vecchia città di
Lijiang é molto piacevole : un labirinto di viuzze con case in legno e canali.

Anche qui stanno eccedendo con le ricostruzioni e gli “abbellimenti”.
L’ultimo, inaugurato proprio durante la nostra visita, é stata una nuova torre dell’orologio costruita in una piazza della cittá vecchia, dotata di schermo gigante sul quale, presumibilmente, sarà possibile seguire le prossime Olimpiadi.

L’etnia é quella dei Naxi, discendente da tribù tibetane, e la struttura sociale tradizionale é di carattere matriarcale.
La religione locale, dongba, ha ereditato molto da elementi Bon e Lamaisti propri del Tibet.
La scrittura si basa su un sitema di
pittogrammi, ed é probabilmente uno dei pochissimi sistemi di scrittura geroglifica tutt’ora in uso.



Il Palazzo della Famiglia Mu, che era la residenza di uno dei capi dell’etnia Naxi, é stata restaurata pesantemente (ossia  ricostruita) dopo il terremoto che ha devastato la zona nel 1996.
Da lì una bella vista sui
tetti grigi della città:



Poco fuori città ci sono Lonquan, paesino con il Palazzo dei Tre Saggi, e Baishà, un piccolo paese in via di ristrutturazione,  con il Tempio Liuli, il Padiglione Dadin e il Palazzo Dabaoji che conservano affreschi dell’epoca Ming e Qing.


Un’escursione interessante da Lijiang é quella che si può fare alla Gola del Salto della Tigre.
Con tre ore di auto si arriva al fiume Yangtse e ci si può inoltrare, a piedi, lungo una valle che si chiude sempre di più, con gole profonde quasi 4.000 metri, per poi raggiungere una serie di rapide.
Curioso é
vedere quanto si trasformi il carattere del fiume nel giro di un paio di chilometri : da placido, calmo e rilassato a impetuoso e violento.


A Lijiang il ristorante Lamu’s House, nominato da diverse guide tra cui Meridiani e Lonely Planet è da evitare : cucina senz’anima e i peggiori momos (ravioli tibetani) che abbia mai mangiato.




JINGHONG

Dallo Yangtsé si va sul Mekong, con un aereo decollato con ben quindici minuti di anticipo sull’orario e arrivato mezz’ora prima. Roba da non crederci.


A Jinghong, nella regione dello Xishuangbanna ( Banna ) vicino ai confini con Birmania, Laos e Vietnam, ci si trova in ambiente subtropicale, con quel caldo e quell’umido che noi amiamo tanto e che ci era mancato nella parte settentrionale dello Yunnan.

Qui solo un terzo degli abitanti appartiene all’etnia Han (cinesi cinesi), mentre un altro terzo appartiene all’etnia Dai (l’assonanza di Dai con Thai non é casuale) e un terzo a diverse altre etnie
minori.

I Dai praticano, a differenza del resto della Cina e come invece avviene in Birmania, Laos e Tailandia, il buddismo Hinayana ( o Theravada o del Piccolo Veicolo ). I
templi sono molto diversi da quelli che si trovano in Cina e molto simili a quelli Laotiani e Tailandesi , la lingua é simile al tailandese e l’alfabeto é simile a quello laotiano e birmano.
Molte donne vestono un sarong.
Insomma, non sembra quasi di essere in Cina.


La città é più piacevole di molte altre città cinesi, un po’ perché é di dimensioni ridotte, un po’ perché le sue strade sono contornate da palme e alberi rigogliosissimi che nascondono parzialmente il classici
casermoni in cemento.
Un raro esempio di città cinese in cui può essere piacevole passeggiare.

Inutile andare all’uffico del CITS : non parlano inglese e, soprattutto, non hanno nessun desiderio di aiutare i turisti.


Molto bello il grande giardino botanico, tranquillamente evitabile il mercato della giada.


Fuori città si può andare alla riserva Naturale di Sachahe, un enorme parco che si estende per quasi un milione e mezzo di ettari.
All’ingresso spettacolino di danze tipiche, elefanti tristi e pappagalli ammaestrati, ma una comoda funivia ( 20 minuti) permette di inoltrarsi all’interno e di ammirare la foresta dall’alto, a volo di uccello
.
Bello e suggestivo, come é stato bello il ritorno a piedi attraverso la foresta, durato poco più di un’ora.


Andando invece verso Sud, su una bellissima e panoramicissima strada che costeggia il Mekong , si arriva a Ganlanbà, un gruppo di cinque villaggi riuniti in un recinto con tanto di biglietto di ingresso (all’assurdo prezzo di 180 yuan, ossia 18 euro !).
Ci sono belle case Dai e bei templi in fase di ristrutturazione, ma stanno anche costruendo nuovi e orribili edifici.
La visita é stata piacevole, stranamente non c’erano altri turisti, forse anche per il costo del biglietto, e siamo riusciti
a passeggiare tranquillamente tra le vecchie case senza essere disturbati da venditori, fotografi, ecc.


Per chi desiderasse andare in aereo o anche con altri mezzi  a Jinghong, si ricordi che, sugli orari dei mezzi di trasporto, la città può essere indicata indifferentemente con :

Jinghong
Xishuangbanna
Banna
Gasa (aeroporto)
JHG (sigla eroportuale)

Non scoraggiarsi se non la si trova al primo tentativo....


Ottimo e assolutamente non caro l’Albergo Thai Garden, eccellente il cibo da Mei Mei Café, sulla Manting Lu.
Particolarmente degni di menzione i Funghi saltati con Verdure, che hanno poco da invidiare ai nostri porcini.
E poi servono birra ghiacciata e
non a temperatura ambiente, come spesso accade nello Yùnnàn.

 

 


YANGSHUO

Qui non siamo più nello Yunnan, ma nella regione del Guanxi, alla stessa latitudine di Kunming ma più a Est, e non sulle montagne.

Diciamo subito che forse abbiamo sbagliato ad andare a Yàngshuò anziché a Guilin.
L’attrativa principale del luogo é il giro in barca sul fiume Li per ammirare le incredibili
formazioni carsiche (tipo Baia di Halong in Vietnam e Phang Nga/Krabi in Tailandia).


Il giro classico su questo tratto di fiume viene fatto normalmente da Guilin a Yangshuo, in favore di corrente, e dura una mezza giornata.

Partendo invece da Yangshuo si deve andare in bus fino a Xingping e da lì prendere un battello che fa un  tratto di fiume nei due sensi.
Probabilmente il tratto di fiume percorso in questo modo, da Xingping a Yangdì é quello più bello, ma il tragitto resta un po’ breve, forse il paesaggio meriterebbe un po' più tempo di
quello che siamo riusciti a dedicargli.

Oltre a battelli di medie e grandi dimensioni, esistono delle piccole e precarie zattere in bambù che trasportano turisti. Attenzione, sotto ai nostri occhi si é rovesciata una di queste zattere, troppo carica di persone, trascinando in acqua turisti, telefonini, macchine fotografiche, documenti, ecc.


Yàngshuò é una piccola cittadina piuttosto piacevole, con vecchie case, una strada pedonale piena di negozietti, molti turisti occidentali e ancora più numerosi turisti cinesi, che amano fotografare i turisti occidentali seduti ai tavolini dei ristoranti all’aperto.

Il fatto che a Yàngshuò siano abituati ad avere molti turisti stranieri porta
due conseguenze, una positiva e una negativa: qui é più facile ricevere un sorriso, ma in compenso si attaccano ai turisti come voraci sanguisughe.

In città qualche altro punto di relativo interesse, tipo il Picco del Loto Verde e la formazione carsica nel Parco cittadino, da cui si gode una bella vista.

Altre attrazioni per turisti sono delle grotte con stallatiti illuminate da luci colorate, e grotte con acque fangose dove, a giudicare dalle fotografie esposte nelle agenzie, i turisti amano immergersi e giocare con il fango.

Alla sera, poi, squallido spettacolo per turisti: patetico personaggio su zattera con
tristi cormorani che danno, a pagamento, dimostrazione di pesca e sorridono al fotografo.

In realtà, quello che dovrebbe essere interessante fare a Yangshuo,  é affittare una bicicletta e visitare le zone circostanti. Noi purtroppo, a causa di una giornata di pioggia ininterrotta dal mattino alla sera, e alla nostra scarsa propensione per i pedali, non lo abbiamo fatto.

Da Yàngshuò a Gulin e da lì volo per ritorno in Tailandia.


In Cina ci si tornerà  :-)






E adesso qualche informazioone e considerazione personale :



IL CARATTERE DELLO YÙNNÀN E DEI CINESI.

Direi che l’atmosfera, in questa parte meridionale della Cina,
sembra più rilassata e meno frenetica che da altre parti. Soprattutto verso il sud l’influenza di Laos, Birmania e Tailandia si fa sentire.
Non per questo la gente é molto più gentile che nel resto della Cina.

Io, forse per problemi o preconcetti miei, non sono mai riuscito a entrare molto in sintonia con la gente cinese.
Parzialmente può essere per i problemi di lingua, ma sono stato in diversi altri paesi dove avevo problemi di lingua, senza mai sentire quella sensazione di distacco e di lontananza che mi capita regolarmente di provare in Cina.



GUIDA

Anche
nello Yùnnàn la Lonely Planet ha ceffato clamorosamente.
Ho avuto la netta impressione che la guida sia stata scritta da una persona che non abbia mai messo piede da quelle parti.
In alcuni casi le indicazioni su escursioni e visite sono del tutto incomprensibili, in altri casi vengono dati suggerimenti assurdi.

Ad esempio il consiglio di fare una gita in bicicletta dal centro di Kunming alla Porta del Drago, attraversando tutta la triste ed inquinata periferia per poi arrampicarsi sui ripidi tornanti della collina, é un consiglio che può dare solo un fanatico della bicicletta o una persona che non
sia mai stata a Kunming.


Lo si é già detto nel passato : la qualità di una guida per un paese così vasto dipende in buona parte dal valore chi ha curato quella specifica zona.
Quindi bocciata senza appello la LP per lo Yunnan, così come era stata bocciata per lo Xinjiang e il Gansù, mentre l’avevo trovata di qualità media per altre zone e addirittura di ottimo livello per la parte relativa al Tibet.



PRENOTAZIONE ALBERGHI

Dal 15 Aprile 2008 la Cina ha modificato le norme per ottenere il visto turistico, per timore di manifestazioni pro-Tibet o anti-Olimpiadi.
Per rilasciare
il visto, in questo periodo, viene richiesta prova delle prenotazioni alberghiere.
Abbiamo quindi provveduto a prenotare gli alberghi e lo abbiamo fatto tramite
www.sinohotel.com , che avevamo già utilizzato con soddisfazione nel passato.
Nuovamente si sono comportati in maniera esemplare : vasta scelta di alberghi di tutte le categorie, veloci ed efficienti, nessun addebito preventivo, solo hanno chiesto qualche volta i dati della carta di credito come garanzia per arrivi in tarda serata o nel caso venisse espressamente richiesto dall’hotel.
Ho invece provato a prenotare un volo interno, sempre con loro, ma su questo argomento si sono dimostrati molto meno rapidi ed efficienti.



IL TURISMO DEI CINESI

Il numero di cinesi che si muovono per turismo nel loro paese, con lo sviluppo dell’economia, sta
aumentando ad un ritmo vertiginoso.
Se fino a qualche anno fa si muovevano quasi esclusivamente in gruppo, adesso si incontrano anche turisti indipendenti.
Purtroppo le autorità, anziché cercare di formare un turismo interno più di qualità (diciamo un po’ più colto e consapevole), mi sembra che tendano ad adattare le località turistiche al gusto del turista attuale, con la creazione di parchi per divertimenti, attrazioni tipo trenini e giostre, spettacolini vari, mascheramenti, ricostruzioni e quant’altro.
Peccato :-(



LE RAGAZZE CINESI

Ma sì, diciamo anche questo : le ragazze cinesi sono carine !

Passati i tempi dell’uniforme di Mao, adesso sono
spesso curate, vestite bene (quando non esagerano con la ricercatezza) e piacevoli.
Nulla da invidiare alle ben più titolate e famose vicine di casa.



I CINESI SPUTANO SEMPRE ?

Purtroppo sì, le varie campagne hanno avuto un qualche effetto nelle grandi città ma, dalle altre parti, il vizio non é scomparso

E del fumo, meglio non parlare.



E L'INGLESE ?

Togliersi dalla testa la speranza di trovare qualcuno che parli inglese al di fuori dei  maggiori centri e di alcuni degli addetti al turismo.
E quei pochi che lo parlano a volte tirano fuori delle cose a dir poco originali :
http://www.federicop.eu/cadutamassi.jpg

E' sempre essenziale avere una guida che riporti la trascrizione in caratteri cinesi dei luoghi che si vogliono raggiungere.
E, dato che i caratteri cinesi della LP sono minuscoli, questa volta ho anche portato una lente per farli leggere meglio a chi era in grado di capirli.



TELEVISIONE E OLIMPIADI

Una delle cose più interessanti quando si viaggia in un paese é, a mio parere, leggere la stampa locale e vedere cosa trasmettono in televisione.

In Cina, oltre al famigerato giornale China Daily, é possibile seguire anche CCTV9, cane televisivo di informazione (!?) in lingua inglese di cui avevo già fatto conoscenza nel passato.
In questo periodo (maggio 2008) le due notizie principali che venivano date ripetutamente, con frequenza ossessiva erano:

“Il mondo accoglie festosamente la fiamma olimpica cinese”   e

 “ Gli eccezionali progressi economici fatti negli ultimi anni dal Tibet”

Servizi conditi ovviamente da numerose interviste alla Tiggì4 in cui
i monaci tibetani si dichiarano felici per l’evento olimpico e pregano tutti insieme per il suo buon esito; oppure intervistati francesi o americani esprimono la loro ammirazione per tutto quello che il Governo Cinese sta facendo per questo meraviglioso avvenimento e per il mondo.
”One world one dream” e tutti via a far festa sventolando le bandierine cinesi e cantando il ritornello dell’inno olimpico :”Forever friends in Harmony”......

Personalmente immaginavo che le Olimpiadi sarebbero state utilizzate dalla Cina soprattutto come mezzo di propaganda al di fuori dei suoi confini, ma non pensavo che sarebbe
stato usato in questa maniera così pesante anche ai fini della propaganda interna.
Evidentemente ne hanno bisogno.

Seguire la TV cinese é un’ulteriore occasione, se mai ce ne fosse bisogno, per ragionare su quanto sia potente, e quindi pericoloso, un mezzo televisivo che si introduce nelle case della gente utilizzando la chiave dell’intrattenimento, per poi essere libero di spiattellare propaganda a più non posso.



COSTI

Gli alberghi sono sempre molto convenienti, come pure i trasporti, e il cibo, oltre ad essere quasi sempre ottimo, é eccezionalmente a buon mercato.

Quello che stupisce, come in
altre parti della Cina, é il costo astronomico di alcune attrazioni turistiche ( il prezzo é identico per cinesi e stranieri).
Biglietti di ingresso da 180 yuan, ossia 18 euro (Banglanbà), o da 140 yuan (Foresta di Pietra) rappresentano cifre che sicuramente solo una ristretta minoranza di cinesi si può permettere.



CAMBIO IN AEROPORTO

Come noto é molto facile cambiare soldi in Cina. Oltre alle banche quasi tutti gli alberghi cambiano quattrini ai clienti applicando il cambio ufficiale.
Le uniche difficoltà le ho avute, curiosamente, negli aeroporti internazionali non principali (Kunming, Guilin, Hangzhou), dove c’é spesso solo uno sportello bancario che
segue orari molto ridotti.
Niente di drammatico, ma si rischia, all’arrivo, di non avere gli spiccioli per il taxi o il bus per arrivare all’albergo, o di non riuscire a cambiare gli yuan avanzati a fine viaggio.





UN PO’ DI FANTAPOLITICA

Se le cose continuano di questo passo, se i cinesi continueranno a marciare disciplinati e ubbidienti come fanno ora, fra qualche decennio probabilmente la Cina sarà il paese più potente del mondo.

Già adesso abbiamo un paese più forte degli altri che si é autonominato “carabiniere del mondo” , imponendo con la sua forza il suo modo
di vedere le cose, e non tutti ne siamo contenti.

E cosa potrà succedere nel futuro ?

Avremo due potenze contrapposte che si spartiranno il mondo e si equilibreranno e si controlleranno a vicenda, come ai tempi della guerra fredda ?

Oppure avremo un nuovo e unico “carabiniere” che continuerà a operare, su scala mondiale, con lo spirito utilitaristico e pratico, con il rispetto per la democrazia e l’etica che attualmente contraddistinguono la sua politica ?

Poveri noi :-)

 

 

 

 

 

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